Lettera associazione piccoli azionisti su impegni improrogabili
Roma, 26 ott. Asati (l'associazione che raccoglie i piccoli azionisti di Telecom Italia) ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta e all'amministratore delegato di Telecom Marco Patuano, che secondo Asati dovrebbero incontrarsi lunedì prossimo 28 ottobre, per chiedere alcuni "impegni inderogabili". "Dall'incontro che potrebbe avvenire il prossimo lunedi 28 ottobre - si legge - Asati si attende la comunicazione che siano stati presi due impegni inderogabili". "L'amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano - prosegue la missiva - deve anzitutto chiarire in maniera esaustiva i reali problemi della società in cui si trova oggi anche per la strategia attuata da Telefonica da quando è entrata nell'azionariato di Telco (dicembre 2007) cosa che Asati ha puntualmente rimarcato in tutte le Assemblee della Società, svolte dal 2008. L'essersi sempre opposta allo sviluppo di Telecom Italia da parte dell'operatore Spagnolo, impedendo ogni intervento di immissione di nuova risorse economiche, anche attraverso un aumento di capitale riservato (con un intervento della CDP o di altri azionisti interessati alla Società), che avrebbe permesso un riavvio in misura consistente degli investimenti sull'accesso a banda ultralarga nelle reti fisse di nuova generazione in Italia, ha determinato i problemi di stallo o meglio di regresso del Paese oggi a tutti noti. Questo arretramento si è soprattutto evidenziato nel posizionamento nell'Agenda digitale dell'Italia: negli ultimi posti a livello mondiale e ancor più grave nelle statistiche sulla diffusione della banda larga tra gli Stati membri della Comunità europea". "La presente situazione - si legge ancora - è, in misura non marginale, la diretta conseguenza della strategia iniqua di Telefonica, mirata da un un lato a non diluire la propria quota azionaria in Telco e al contempo a perseguire prevalentemente (o esclusivamente) interessi di dismissione degli asset di Telecom Italia in Argentina e in Brasile per eliminare un competitor ingombrante. Asati non vorrebbe che la nostra società sia costretta a trovare risorse (ossigeno!), indispensabili a investimenti nella rete nazionale già impoverita dalla spoliazione attuata delle gestioni precedenti, per far fronte al debito con operazioni non redditizie per la stessa azienda. Non si dovrebbe trovare, nella necessità di garantire il servizio, di dismettere ad esempio ulteriori altri asset quali ad esempio le torri per le stazioni radio con l'eventuale impegno di doverle riprendere in affitto con quindi maggiori oneri economici in futuro magari con una call per riacquistarle. Ci preme in particolare sottolineare che con questa vendita le risorse economiche che si otterrebbero per ridurre il debito pregresso sarebbero di entità marginale e quindi non comprensibili".
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